Pubblicazioni di Mario Lorenzetti

Prefazione al libro di C. Michael Smith: Jung e lo sciamanesimo, Amrita Edizioni, 2018

In relazione alla mia ricerca sulle connessioni tra Respirazione Olotropica e sciamanismo.

Jung e lo sciamanesimo di C. Michel Smith
Amrita Edizioni, 2018
prefazione di Mario Lorenzetti

Ho incontrato Michael Smith (Mikkal) la prima volta nel 2012, nella regione francese dell’Ardèche, in occasione di un suo seminario.

Michael Smith e Mario LorenzettiEro da tempo interessato a ricercare le modalità di connessione tra il processo della respirazione olotropica, che accompagno professionalmente, e i percorsi sciamanici. L’induzione di un processo interiore tramite il respiro è conosciuta in molte tradizioni native, ma Smith è stato il primo che, a mia conoscenza, ha saputo integrarla in un paradigma sciamanico nel nostro contesto culturale: il “Sacred Breathwork”.
Stimo e apprezzo i suoi insegnamenti (che non si esauriscono certamente in questo libro), e per questa ragione ho cercato un editore italiano per Jung e lo sciamanesimo.

Superare gli stretti confini disciplinari non è frequente nel nostro tempo. Michael Smith ha quella rara apertura interdisciplinare che consente di collegare e sintetizzare gli aspetti comuni a differenti scuole, anche dove questi sono espressi con linguaggi diversi. È un uomo di entrambi i mondi, quello junghiano e quello sciamanico.

Dalla lettura di questo libro emergono evidenti le sue profonde competenze culturali ed esperienziali: psicoterapeuta junghiano, uomo di medicina Cherokee e sciamano transculturale. Michael Smith, inoltre, ha lavorato con Stanislav Grof agli albori della disciplina olotropica.

Mikkal è un uomo-ponte: nello specifico, questo libro traduce lo sciamanesimo nel paradigma della psicologia junghiana e vede la psicologia junghiana dalla prospettiva sciamanica.
Non è solo un libro su Jung e lo sciamanesimo, ma anche sul sacro. Ѐ una sintesi sul rito e le sue fasi: il rito come processo interiore e come trasformazione personale e spirituale. Al centro degli insegnamenti di Michael Smith e al centro della sacralità c’è il cuore, risorsa nel processo di guarigione e crescita personale presso gli amerindiani, ove è l’archetipo centrale della ruota di medicina, la manifestazione interiore del Grande Spirito, l’energia che permea tutto l’esistente.

Alla “via del cuore” amerindiana corrisponde, secondo Mikkal, il processo junghiano di individuazione: è la via in cui la mente obbedisce al cuore, e non il contrario come accade nella nostra cultura. Il cuore dovrebbe diventare il nostro navigatore GPS.
Abbiamo bisogno di un modello psicologico che includa al suo interno il centro spirituale di ciascuno: l’axis mundi interiore. Il corrispondente junghiano del cuore è il Sé archetipico, a cui l’ego è subordinato. Ritrovare il proprio centro vitale e seguirlo è il compito di queste due vie, sciamanica e junghiana, che lo riconnettono con la sacralità dell’universo e dell’esistenza umana. Ѐ il potere curativo che ognuno di noi porta dentro, a cui occorre abbandonarsi per lasciarsene guidare. Ѐ anche un processo olotropico (dal greco ólos trepein, “procedere verso l’interezza”) dal momento che integra assieme gli opposti, le parti frammentate o rimosse dell’anima.

Per Michael Smith la malattia psicospirituale corrisponde all’allontanamento da questo centro. Guarigione e salute progrediscono con l’avvicinarsi esperienzialmente alla nostra dimensione spirituale e al sacro, guarendo le nostre ferite e integrando la nostra ombra.
Questo libro parla anche della crisi di mezz’età di Jung, quella discesa negli strati più profondi della psiche, fase critica e destabilizzante, crisi sciamanica ed emergenza spirituale che Jung riesce a superare, ma solo dopo aver compiuto un percorso di morte e rinascita.
Collegare il processo di individuazione junghiano e quello arcaico, sciamanico è ciò che rende speciale questo libro, che ha tutte le caratteristiche per diventare un classico. Ma analizzare gli aspetti “terapeutici” dello sciamanesimo e trovarne le connessioni con la psicologia junghiana, ha un valore che trascende i contenuti disciplinari, perché integra saggezze antiche nel paradigma culturale dell’occidente.

Questo saggio appartiene a quella corrente diel pensiero per cui il sintomo è spesso manifestazione di un processo di guarigione, e non della malattia. Ciò significa ampliare gli orizzonti “riduzionisti” che troppo spesso si limitano a trattare i sintomi, quando addirittura non considerano la loro soppressione come guarigione e normalità.

Molte culture sciamaniche native sapevano gestire e accompagnare le crisi psicospirituali, i processi di morte e rinascita che Jung riscopre nel nostro universo culturale.
Mikkal ha studiato antropologia medica con Sudhir Kakar, ha conosciuto e ha avuto come consigliere Mircea Eliade, ed ha annoverato fra le sue amicizie anche John Weyr Perry, fondatore di Diabasis e pioniere nel campo delle emergenze spirituali a cui fa riferimento anche Stanislav Grof, padre della respirazione olotropica. Incarna una visione ecologica del pianeta, in armonia con Madre Terra e Padre Cielo, in cui si rispettino gli esseri viventi e ci sia giustizia tra gli esseri umani.

Ringrazio Amrita di aver riconosciuto il valore di quest’opera e di aver scelto di pubblicarla.
Un particolare apprezzamento va a Monica Amarillis Rossi per l’impegnativa opera di traduzione.
Auspico l’edizione italiana del saggio Psychotherapy and the Sacred dello stesso autore.

Mario Lorenzetti,
Torino, gennaio 2018

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Info su Mario Lorenzetti

Mario Lorenzetti si occupa di Respirazione Olotropica e di studi sugli stati non ordinari di coscienza da oltre 40 anni, a scopo conoscitivo, di guarigione e di ricerca spirituale.